A cavallo tra gli anni venti e trenta del ‘900 in tutta Europa si impone un nuovo modello estetico, legato al razionalismo e al funzionalismo. Le discipline coinvolte vanno dall’architettura alla pittura, dalla scultura alla grafica. Tutto il panorama artistico adotta questo nuovo pensiero, che prende il nome di Movimento Moderno. Alla base c’è l’idea che la prima esigenza di ogni progetto sia il raggiungimento della migliore utilità possibile. Ciò che è funzionale è bello. Tutte le avanguardie europee sono unite nel portare avanti questa nuova filosofia: Le Corbusier in Francia, il movimento De Stijl in Olanda, la Bauhaus in Germania.

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La tipografia non può ignorare questa rivoluzione. Proprio in Germania un insegnante di grafica pubblicitaria e tipografia della scuola d’arte di Francoforte, Paul Renner, dà alla luce uno dei caratteri più importanti della storia della tipografia moderna, il Futura. L’influenza della Bauhaus sul carattere è evidente. Non ci sono fronzoli, o vezzi stilistici. Tutto è basato su regole geometriche.

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La prima versione nasce da un redesign che Paul Renner compie su un progetto di un suo allievo alla Graphische Berufschule. Le lettere sono così rigorose da rendere quasi difficile la lettura, soprattutto nel minuscolo. Tra il 1924 ed il 1926 Renner lavora con grande maestria al carattere, compiendo una serie di correzioni ottiche che portano ad un carattere più equilibrato, senza tradire il principio razionalista che l’aveva generato. Tutto l’alfabeto deriva ancora da figure geometriche pure, ma non ci sono più problemi di leggibilità. La forma è al servizio dell’utilità, proprio come impone il nuovo diktat.

Tra le caratteristiche principali ci sono la “O” e la “Q” a forma di cerchio, le “A,V,W,M” che partono dal triangolo e la “H” a forma rettangolare. Il minuscolo ha aste discendenti e ascendenti piuttosto lunghe, che rendono necessaria un’interlinea abbastanza generosa.

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Nel 1927 “il carattere di oggi e domani” viene commercializzato dalla fonderia Bauer e riceve subito grandi consensi. Negli anni successivi vengono sviluppate innumerevoli versioni di pesi e stili diversi, che rendono il Futura un carattere estremamente versatile.

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Nel 1933 è lo stesso Renner a presentare il carattere alla Triennale di Milano, riscuotendo anche nel nostro Paese un grande successo. Il Futura diventa in breve tempo il carattere che incarna perfettamente lo spirito avanguardista degli anni ’30, ma la sua vera popolarità avverrà nei decenni successivi.
A partire dalla seconda metà del ‘900 viene utilizzato praticamente ovunque, dalle campagne pubblicitarie per Volkswagen a marchi famosi come Absolute Vodka o Swiss Air.

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Nel 1968 viene usato per la locandina di uno dei film di fantascienza più famosi di tutti i tempi: “2001 Odissea nello Spazio”. L’anno successivo si passa dalla finzione alla realtà. Il Futura valica i confini del pianeta, diventando a pieno titolo il carattere del futuro: viene scelto come carattere per la targa che gli astronauti dell’Apollo 11 lasciano sulla luna.
Nomen omen, direbbero i latini.

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A differenza di altri caratteri famosi, il Futura non conosce periodi di flessione. Dal cinema alla moda, dai trasporti alla politica, il suo utilizzo rimane sempre costante, garantendo uno stile elegante e senza tempo

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Nike, Fedex, Louis Vuitton, Gillette, Usa today, fanno tutti uso del Futura. In Italia, solo per citare i casi più famosi, possiamo ricordare Confindustria, Rai, Dolce&Gabbana e Gi Group.

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Recentemente anche la massima divisione del campionato di calcio spagnolo, “la Liga”, ha scelto il Futura per rinnovare il proprio wordmark, a dimostrazione che non esiste settore dove il carattere possa risultare poco adeguato.

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Probabilmente nella storia della tipografia moderna solo l’Helvetica ha conosciuto una popolarità maggiore del Futura, ma questo è vero solo sul Pianeta Terra.

Giuseppe Mascia, Creative Director at CBA

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