Esistono piatti come la pizza, i nachos o il sushi, la cui origine geografica è così forte da diventare l’emblema stesso del paese di origine. Se dovessimo applicare un parallelismo in ambito tipografico, potremmo definire il Gill Sans come il roast beef o il fish & chips: inglese al 100%.

Non a caso Eric Gill, il suo creatore, era allievo di Edward Johnston, l’artista che ha disegnato il carattere della metropolitana di Londra, a cui il Gill Sans si ispira molto. Mentre però il Johnston Undergound è rimasto circoscritto nei confini londinesi, il Gill Sans è diventato uno dei caratteri più popolari del ventesimo secolo in tutta Europa.

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Le prime lettere vennero disegnate a mano, in maiuscolo, per l’insegna di una libreria di Bristol. Due anni dopo il carattere venne prodotto in serie dalla fonderia Monotype. Era il 1928. Il successo fu immediato.

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Proprio come il carattere da cui traeva ispirazione, il Gill sans venne utilizzato molto nell’ambito dei trasporti ferroviari, in primis dalla LNER (London North Easthern Railway), poi dalla British Railways. Successivamente divenne il carattere di riferimento della casa editrice Penguin Books e della Church of England.

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Ma a cosa era dovuto tanto successo? La caratteristica principale del Gill Sans risiedeva nel fatto di essere un carattere moderno, senza grazie (dal francese sans = senza), ma con un tocco umano, ispirato alle lettere classiche romane. Questa particolarità gli valse la definizione di carattere umanistico, definizione che da lì in poi servì ad identificare una categoria specifica nella classificazione dei caratteri, ancora oggi in uso. Pur essendo un carattere razionale e bilanciato, manteneva quel calore che altri caratteri lineari dello stesso periodo, di derivazione puramente geometrica, non possedevano. A questo va aggiunto l’enorme set di pesi sviluppati dalla Monotype, che rendevano il carattere estremamente versatile.

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Tra le caratteristiche stilistiche più significative dell’alfabeto maiuscolo vanno menzionate sicuramente la sottile curva discendente della R, le aste trasversali a mezza altezza della M e l’ampia apertura della C, con tagli perpendicolari alla linea di base. Il minuscolo è più vicino alla tipografia classica graziata, soprattutto nella t e nella g a “occhiale”.

Ritornando al suo utilizzo, il Gill Sans visse un periodo di flessione a partire dagli anni 60, quando nel panorama internazionale si impose il razionalismo svizzero dell’Helvetica e dell’Univers. Tuttavia, grazie alla sua forte personalità, ritornò in voga negli anni ’90, quando venne adottato come carattere ufficiale dalla BBC.

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Tra i suoi utilizzi oltremanica più celebri si possono annoverare quelli per il logo di Tommy Hilfiger, Tag Heuer, Wikimedia, AMD e Toy Story. Anche in Italia ha vissuto una certa popolarità diventando il carattere di Benetton, De Agostini e Mediaset.

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Nel 2018 è stato scelto per il rebranding di due icone del panorama retail britannico, John Lewis e Waitrose, dimostrando che ancora oggi, a distanza di 90 anni dalla sua pubblicazione, il Gill Sans continua ad essere una delle scelte migliori, quando si parla di pura eleganza made in England.

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Giuseppe Mascia, Visual Design Lead at CBA

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